
Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-10987 presentato da BORGHESI Stefano.
Testo di Mercoledì 29 marzo 2017, seduta n. 769
Come già succede in Spagna e in Germania, l’introduzione dell’azionariato popolare e della limitazione al possesso di quote è l’unica soluzione per evitare problemi legati alla malavita organizzata e per coinvolgere il tifoso nella gestione della propria società.
Spiace che il Ministro Lotti non reputi prioritaria questa tematica ma, allo stesso tempo, ho comunque apprezzato la disponibilità del Ministro a trattare l’argomento partendo dalle proposte di legge già depositate.
La bella notizia è che già la prossima settimana la Commissione Cultura inizierà la discussione del nostro progetto di legge.
BORGHESI. — Al Ministro per lo sport . — Per sapere – premesso che:
in Italia le società sportive professionistiche, soprattutto calcistiche, sono state sempre nelle mani di ricchi proprietari, estromettendo completamente le tifoserie, ciò ha indirizzato la normativa in senso contrario ad esempio a quella spagnola, che consente ad una squadra come il Barcellona di essere di proprietà dei propri tifosi (170.000 soci) o a quella tedesca che vieta ad un singolo socio di detenere il 50 per cento delle azioni, un limite che è stato ridotto addirittura al 30 per cento dagli statuti delle società sportive; le recenti vicende di cronaca che hanno visto coinvolto un presidente di un club calcistico di primissimo piano in presunti rapporti con la malavita organizzata, fanno comprendere quanto sia importante svincolare la proprietà della società sportiva dalle singole persone, per attribuirla ad un centro decisionale collettivo, che in tal modo potrà effettuare un controllo diffuso delle scelte societarie; probabilmente eliminare un controllo padronale delle società sportive potrebbe portare diversi vantaggi: la riduzione dei compensi per i soggetti che controllano la società, il rispetto per il tifoso e, parallelamente, il rispetto da parte dello stesso tifoso per tutti i beni e gli interessi della società che sentirebbe come propri rispetto ai quali assumerebbe un atteggiamento di protezione e di tutela; si ritiene necessaria una riforma urgente che possa porre un limite alla proprietà di quote o di azioni delle società sportive da parte di una sola persona o di un unico soggetto giuridico, eliminando la possibilità di accordi tra i detentori di quote o di azioni finalizzati a una conduzione «combinata» della società; nelle società sportive costituite nella forma di società per azioni o di società a responsabilità limitata non dovrebbero essere intestate allo stesso soggetto, o a soggetti a questo collegabili, un numero di azioni o di quote che superi il 30 per cento del capitale sociale. In deroga alla normativa vigente in materia di società di capitali, dovrebbe essere altresì proibito ogni patto parasociale che determini direttamente o indirettamente il controllo della società sportiva –:
Tanto premesso, si chiede: se il Ministro ritenga di promuovere, per quanto di competenza, l'azionariato popolare delle società sportive professionistiche, quale soluzione necessaria ad evitare situazioni di illegalità che a vario titolo, appaiono sempre più ricorrenti nelle società sportive professionistiche, soprattutto in quelle calcistiche.
(Numero atto: 5-10987)